Mancano troppi Infermieri: qualcuno progetta una soluzione?

Sono troppi gli Infermieri che mancano in Italia, sono circa 60mila secondo i dati FNOPI comunicati prima della esplosione della pandemia da Covid19.

Nel nostro inserto di oggi 21 Aprile su La Nazione abbiamo voluto ricordare alla nostra Politica nazionale che se non si interviene- e presto- è inutile continuare a ipotizzare progetti o iniziative che si arrestano per mancanza dei professionisti dedicati. E, ovviamente, siamo contrari a qualunque forma di ”sconto” e rimpiazzo, come alcune Regioni di recente hanno proposto, con figure che infermieristiche semplicemente NON sono. Se non si trova il modo di accrescere l’interesse (dei giovani in particolare) verso questa nostra Professione (a vantaggio ANCHE del SSN e dei cittadini!) avremo sempre meno disponibilità di infermieri e quindi avremo sempre meno sicurezza, sempre meno garanzia di una assistenza protetta e sempre meno professionalità da erogare. Le proposte per ”attirare” nuovi colleghi? La parte economica è certamente importante: parte che non discutiamo noi ma possiamo però- a conforto- ricordare che nei primi Anni Novanta l’allora Ministro della Sanità De Lorenzo, aumentando ”direttamente” le retribuzioni del tempo, provocò un grande aumento di iscrizioni a corsi regionali del tempo.

Ma non c’è solo questo, e nel nostro inserto andiamo infatti a citare altri preziosi aspetti legati allo sviluppo dell’infermieristica in questo strano Paese. Perchè perfino di fronte a dati CERTI non c’è stata nessuna nuova strategia della politica nazionale per impiegare gli infermieri in nuove opportunità di cura e assistenza, a VANTAGGIO DI TUTTI.

I dati ai quali qui facciamo riferimento sono ormai noti da anni. La ricerca RN4CAST (www.rn4cast.eu) ha dimostrato in sintesi il concetto base, a noi ben noto, che con ”meno infermieri” si hanno ”più complicanze- incremento decessi” . Inoltre altri dati hanno dimostrato che introdurre l’infermiere di famiglia e comunità favorisce il mantenimento al domicilio di molti pazienti che, senza questa opportunità, diventano ”ricoveri impropri” (dal Friuli -nel 2013- la esperienza di Latisana e Palmanova forniva il dato del 18,9% in meno di accessi alle strutture ospedaliere di quel territorio, che sperimentava questa funzione).

Nemmeno di fronte a questi dati, che sono CIFRE E NON SONO OPINIONI, e che sarebbero interessanti anche per un economista, siamo riusciti a vedere da parte della politica nazionale un progetto finalizzato a promuovere la formazione di un maggior numero di infermieri. La situazione sembra molto critica, oggi più che mai. Fra qualche anno, se non si inverte la rotta, non saranno più 60mila , ma 70 od 80mila gli infermieri che mancano e che NON possono, a nostro parere, essere sostituiti ”da altro”.

 

Quanta confusione!!!

POCHE IDEE, MA CONFUSE: una frase ripetuta spesso da un grande sceneggiatore e scrittore come Ennio Flaiano. In realtà le idee, le proposte organizzative non sono state poche in questi 14 mesi di emergenza pandemica; e si sono viste – infatti- situazioni contraddittorie o non sempre comprensibili. L’accordo sottoscritto dal nuovo presidente della Conferenza Stato Regioni ed annunciato il 16 Aprile con l’Ordine dei Tecnici e delle Professioni della Riabilitazione, per permettere a questi professionisti di vaccinare (a chi lo vuole fra loro, di norma tutti molto distanti dalla somministrazione di farmaci, tutti – ad eccezione degli Assistenti sanitari, che già oggi procedono con le vaccinazioni) cerca senza dubbio soprattutto di aumentare al massimo il campo dei potenziali vaccinatori. E sappiamo che, in condizioni di emergenza, si fanno cose straordinarie, come dimostrano le assunzioni fatte nelle ASL dal Marzo 2020 nei modi più diversi, impensabili un mese prima (e mai praticate, nonostante i ripetuti richiami alle necessità).

Ma certamente anni di appelli inascoltati sulla carenza di infermieri in Italia hanno ora prodotto risposte affannate -e ne avremo ancora in futuro- che non sembrano rispondere a tutti i criteri del caso. Sicurezza e professionalità servono sempre: non tanto sul gesto tecnico, ma sulla esperienza, sulla natura del professionista che sinceramente non si sostituisce con un breve corso FAD.

Vedremo i futuri sviluppi. Ad esempio,ecco una prima contraddizione abbastanza clamorosa dopo questo ”accordo” che va a rivoltare i profili professionali regolarmente pubblicati sul sito del Ministero della Salute: un collega infermiere pediatrico allo stato attuale non può somministrare un vaccino anti Covid (a chi ha più di 18 anni- cfr DM 70/97) ma un podologo, un logopedista o un dietista si. Aveva ragione Flaiano.

Inviata comunicazione ai colleghi iscritti

Come ogni anno abbiamo inviata la comunicazione relativa alla Assemblea ordinaria anche via PEC ai titolari di casella di Posta Elettronica Certificata, ormai oltre il 75% dei Colleghi. Purtroppo, data la attuale e ben nota situazione pandemica, non è possibile svolgere tale appuntamento in presenza, in particolare perchè non è possibile (come si potrebbe fare con un evento formativo) mettere un limite di partecipanti.

Su questo stesso spazio, alla voce ‘Trasparenza’,è già disponibile e in anticipo rispetto ai tempi regolamentari il materiale condiviso, che serve sia per informare chiunque sugli aspetti che costituiscono gli argomenti in oggetto, sia per chi intende prendere parte all’incontro, seguendo le istruzioni necessarie sul piano tecnico per permettere la correttezza della registrazione.

Dopo anni di allarmi su carenza di infermieri…

Anni e anni di appelli sulla carenza nazionale di Infermieri e considerazioni scientifiche (come quelle di Linda Aiken o, se preferite, le evidenze di RN4CAST) che dimostrano gli effetti nefasti della carenza di professionisti nella efficacia delle cure.

Ripetuti appelli che hanno ricordato, ai meno giovani, le due precedenti esperienze di carenze di Infermieri in Italia: storicamente, la prima si colloca intorno all’inizio degli Anni Novanta. Il successivamente travolto (da Tangentopoli) Ministro della Sanità De Lorenzo gioca la carta di un nuovo CCNL dove all’Infermiere viene riconosciuto un aumento decisamente sostanzioso: gli stipendi passano da un mese all’altro da 1,5 milioni di lire a due tondi tondi. Le classi del ”corso regionale da infermiere professionale” vedono, nel nostro territorio, il passaggio immediato da 60 a 210 iscritti a inizio ciclo triennale e per almeno una dozzina di anni non mancano più Infermieri.

La seconda grave carenza si sviluppa dopo l’inizio del nuovo Millennio. Sono cambiate (nel mondo) molte cose:questa volta si possono chiamare a lavorare in Italia infermieri da altri Paesi. Che andranno in grandissima parte nella Sanità privata, anche per i limiti legati al possesso di cittadinanza nel Pubblico Impiego. Aumenti scarsini, e appeal verso la professione in progressivo affanno.

Si arriva alla crisi contemporanea degli Anni che precedono il Covid, quando FNOPI calcola in 60mila gli Infermieri che sarebbero necessari per riportare a livello di sicurezza la qualità delle cure, nei settori pubblici e privati. A nessuno, nel recente periodo, è venuto in mente di cercare un rimedio simile a quello, vincente per almeno 10 anni, della prima crisi storica. Cioè rendere più appetibile la scelta di ”diventare Infermieri”. Invece si propone la rianimazione di una figura che è prevista dalla Conferenza Stato Regioni del 16.1.2003, quindi da 18 anni: quella dell’oss con formazione complementare, per anni definito – erroneamente e un tanto al chilo- come l’oss ”con tre esse”.

Figura mai inserita nei contratti di lavoro, rimasta al palo anche dove è già stata di fatto effettuata la formazione, con la pandemia che ha sottratto alle strutture private tanti Infermieri che sono entrati in ASL con le forme più diverse e inattese solo 15 mesi fa, adesso sembra -per qualcuno- la ottima occasione storica per rianimare questa figura, e inserirla in servizio nella Sanità privata. Ne abbiamo ragionato il 4 Marzo a Genova con il Presidente Toti e il direttore di A.Li.Sa. Quaglia: nel comprendere benissimo le necessità della assistenza nelle strutture private, oggi davvero in grande affanno, e ovviamente consapevoli che se non esce qualcosa a livello nazionale ogni Regione cerca di arginare come può le difficoltà sulla dotazione di Infermieri, va ricordato che se mancano Infermieri non possiamo derogare con altre figure: ad esempio, e noi lo proponemmo a Dicembre scorso, svincolare gli Infermieri dalla esclusività e inserire quegli Infermieri ”pubblici” che lo vogliono nelle attività della Sanità privata avrebbe già corretto una criticità.

Abbiamo chiesto di poter partecipare al tavolo tecnico per definire i particolari e la Regione, nella stessa occasione d’incontro, ci ha detto subito di sì. Per noi serve attenzione, perchè l’idea non deve essere quella di sostituire gli infermieri con figure di minor formazione. Più in generale, come ricordato già, la figura dell’oss con formazione complementare non può lavorare senza infermieri. La determina della Conferenza Stato Regioni del 16.1.2003 indica che questo operatore riceve le attribuzioni dal responsabile dell’assistenza.  Che per legge (vedi DM 739/94) è l’infermiere. Lo è anche nella Sanità privata. E il concetto va ricordato anche ai vari “creativi”, come coloro che in Veneto hanno proposto addirittura un ” super oss” ribattezzato ”infermierino” . Dopo anni di perdita di infermieri nelle varie realtà, invece di cambiare le strategie per attirare i giovani, in tutta Italia ci si inventa altro. Fa piacere leggere che lo stesso Migep (associazione che raggruppa gli oss) e molte sigle sindacali osservino, negativamente, il tentativo di avere “azioni assistenziali” a un costo ancor minore di quello che viene erogato all’ infermiere. Non ci siamo,ecco.

Infermieri e oss sono entrambi preziosi, è noto: ma i ruoli non sono intercambiabili e ogni tanto si dovrebbe guardare alle cose che hanno portato buoni riscontri in passato. Vi terremo informati.

Aggiornamenti vari : lo ”sconto” ECM, info su morosità, e le caselle PEC

Sempre nell’intenzione di essere utili ai colleghi, ecco alcune indicazioni assortite, che derivano in parte dalle molte domande che ci arrivano via mail, ed in parte dalla osservazione del ”mondo” che ci circonda.

PROGRAMMA ECM: è vero che è stato emesso uno ”sconto” formativo sul debito triennale (si scende a 100 crediti per il 2020-2022) ? Sì, col Decreto Rilancio si passa da 150 a 100 crediti ECM nel triennio:… ”ma che cosa succede se non maturo i crediti previsti? ” In buona sostanza, niente o quasi. La risposta normale, di un Paese normale, dovrebbe essere ovviamente un’altra. Oppure diciamo -fra di noi – che se non ti aggiorni questo non va molto bene; ma più praticamente diciamo che, se sei uno che ha raggiunto un ”equilibrio” professionale e non hai obiettivi in vista, in pratica non ti succede niente. Infatti, le mitiche ”sanzioni” indicate dallla legge 229 del 1999, quella che introduce l’ECM in Italia, non sono mai state prodotte.

Vero è che, a seconda di dove eserciti la professione, la partecipazione al programma ECM può rientrare nelle valutazioni di performance, nelle graduatorie per le selezioni interne ecc: ma questo riguarda le singole organizzazioni di quel luogo.

MA PER I GIOVANI, a chi invece cerca ”un posto al sole” (concorsi) il suggerimento di fare TANTI CREDITI ECM è ovvio. Prendiamo l’esempio dei colleghi che si sono laureati nella sessione di Febbraio 2021. Secondo la norma, il loro obbligo di partecipazione al programma nazionale ECM decorre solo dal 1° gennaio successivo. Bene. E se nel frattempo esce un concorso, che tipo di curriculum presentano? Paginate di CV con sopra scritto ”volontario Pubblica Assistenza di Pescasseroli”….”bagnino stagione 2017 Stella Maris”…o ancora ”diplomato conservatorio clavicembalo ” (complimenti, strumento difficile)… Tutte cose che purtroppo valgono ZERO per questo genere di competizioni (eh sì, perchè un concorso è una gara fra colleghi, alla fine…)

Il suggerimento, per chi deve fare un concorso nella P.A. (Pubblica Amministrazione: la ASL) è di fare crediti ECM, corsi possibilmente gratuiti FAD (se ne trovano: ci sono quelli della Federazione e da qualche settimana è attiva anche la nostra piattaforma on line, che offre agli iscritti spezzini eventi ECM gratuiti: basta registrarsi su https://opispezia.salavirtuale.com/ )  A causa della necessità di partire in fretta, ci sono già disponibili due eventi ”aggiornati” su argomenti già trattati in passato, ma nei prossimi mesi avremo altri argomenti e altri corsi.

La graduatoria, tornando ai concorsi, viene ”mossa” solo dalla anzianità di servizio, dai crediti ECM, o da master post laurea (anche in questo caso un suggerimento per chi deve fare un concorso: è vero che mentre fate un master non avete l’obbligo di partecipare al programma ECM perchè state maturando CFU; ma se acquisite ANCHE crediti ECM, e poi li presentate insieme al master, fate di certo più strada, nella graduatoria…) Se poi siete molto bravi e pubblicate qualcosa (di professionale, naturalmente), su riviste indicizzate anche questo porterà punteggio.

COPERTURA ASSICURATIVA: chi segue le cronache noterà che sono sempre più frequenti le contese legali fra curanti e curati. Da anni le responsabilità professionali delle professioni sanitarie -tutte- sono cresciute notevolmente, mentre non sono assolutamente aumentate parimenti le retribuzioni: lo sappiamo molto bene. Fra le professioni sanitarie più coinvolte chiaramente l’infermiere, dopo il medico, che è spesso chiamato in causa per la natura stessa dell’attività e per le coordinate normative di riferimento.

Che fare? Possiamo anche lamentarci tutto il giorno, ma se poi c’è una denuncia che in qualche modo ci viene a coinvolgere è certamente meglio avere una copertura assicurativa. Come non tutti ricordano, i datori di lavoro non rispondono delle responsabilità individuali del professionista dipendente, quantomeno non su tutta la sterminata ed infinita gamma delle possibilità di coinvolgimento. Oggi molte organizzazioni sindacali offrono con la tessera una copertura per chi è iscritto; per tutti coloro che vogliono verificare i contenuti di altre polizze di copertura professionale progettate per gli infermieri ricordiamo la presenza sulla nostra home page di ben cinque brokers (compreso quello della FNOPI) a copertura della responsabilità professionale dell’infermiere (polizze specifiche, quindi).

TASSA ANNUALE, OBBLIGO DI PEC: una volta per tutte ricordiamo che a noi, personalmente, come colleghi infermieri e come individui non fa nessun piacere passare ore in ufficio a fare questo genere di attività per l’Ordine. Ma è una questione di responsabilità: se hai una certa responsabilità su una qualunque cosa la devi esercitare, o sarai chiamato tu a spiegare perchè non l’hai applicata, eccetera. Vediamo insieme queste novità.

I bilanci dell’OPI dallo scorso ottobre non sono più preparati e valutati solo da colleghi  (comunque operazione al tempo perfettamente in regola con la norma vigente) ma vengono ”certificati” da un Presidente esterno alla professione, ed iscritto all’Albo dei Revisori dei Conti. Di conseguenza, se a bilancio sono inserite (ipotesi) cifre d’ingresso pari a 100 talleri, si deve vedere entrare 100 talleri, oppure dimostrare che si è cercato di recuperare i 100 talleri previsti nelle forme previste dalla Legge. Stiamo cancellando, in queste settimane, iscritti che non rispondono alle previste comunicazioni di sollecito al pagamento del dovuto (Regolamento sul sito) . Ricordiamo che un iscritto che non paga è un problema per tutti gli altri (tipo, per chi è pratico, quanto accade in un condominio con un proprietario inadempiente alle comuni spese) poichè FNOPI le sue competenze annuali, su quell’iscritto, le chiede comunque: quindi un collega che non paga non porta entrate, ma comporta solo uscite.

Questione PEC: soltanto in una Paese come il nostro si decide, in mezzo a una pandemia, di imporre improvvisamente dopo 11 anni una Legge che era abbastanza disattesa. Con la PEC è andata così e, in forza della Legge 11/9/2020, n. 120, adesso chi è iscritto in un Albo professionale (qualsiasi, non solo l’OPI spezzino; ma anche in quello degli Architetti o in quello delle Ostetriche) e NON ha una PEC attiva è – secondo questa Legge- a rischio SOSPENSIONE dall’ordine professionale. E di conseguenza, anche dal lavoro: in mezzo, appunto, a una pandemia. Ora, lo scorso anno noi non potendo conoscere l’arrivo della Legge, non avevamo a bilancio le cifre per acquistare le PEC; in ogni caso il 75% dei nostri colleghi ha già attivata la PEC e li ringraziamo per avere compreso che non eravamo noi a stressare al riguardo. Adesso, a questi colleghi che si sono messi in regola , a coloro cioè che già hanno aderito alla richiesta della norma, daremo noi nei prossimi mesi una PEC a spese dell’OPI, casella che verrà ogni anno rinnovata. Per chi invece ancora non ha attivata la PEC la forte raccomandazione è di attivarla QUANTO PRIMA, perchè di fatto si trovano in una condizione di irregolarità dichiarata (dalla legge citata, non da questo ente: che deve recepire il dettato della norma)

Per qualsiasi comunicazione, sapete come e dove trovarci: grazie a voi.

I premi in denaro per il nostro contest su #8MarzoTuttoLAnno

”Quei bambini, invece, vorrei che diventassero degli uomini consapevoli e amorevoli, che sappiano camminare al passo delle donne che incontreranno e mai davanti. Audrey Hepburn diceva che le donne belle sono quelle felici e io, oggi, lo sono” (dal lavoro di Sara)
”In queste immagini ho voluto cogliere i volti delle colleghe che con me hanno condiviso questa emergenza, che ci ha cambiate come professioniste e come donne” (dal lavoro di Claudia)
”Come ti ho detto, sarà anche un po’ permaloso, per cui dovrai fargli credere che è stato creato prima lui. Dovrai rispettare questo patto, Eva: da donna a donna».«Sissignore. Sarà questo il nostro segreto, da donna a donna” (dal lavoro di Maria Luisa)
”Dare potere alle donne può aiutare la società a crescere e svilupparsi a un ritmo più veloce. Stiamo decisamente ridisegnando il mondo”. (dal lavoro di Marilena).
”…tuttavia, ho realizzato che in quel momento c’era una grossa distorsione tra l’immagine che io avevo di me stessa e quella che taluni avevano di me: io mi vedevo una giovane donna piena di energia, abituata a lavorare e che non concepiva neppure l’idea che si potesse non lavorare. Certe persone mi guardavano e vedevano un utero. Un utero con le gambe” (dal lavoro di Daria)

Questi sono alcuni dei brani tratti dai lavori che hanno preso parte al recente concorso indetto a valorizzare l’impegno delle donne nella nostra Società, nel lavoro e non solo.

Nella categoria dei colleghi iscritti ha vinto Claudio Ciani con una foto ”pensata” per questa occasione, che vuole mostrare una donna sottoposta a richieste continue di intervento da più parti, dai familiari e dal mondo esterno: una persona che comunque resta sorridente, nonostante le tante cose da ”smarcare” nella personale agenda di giornata. Nella categoria degli esterni, alla quale hanno preso parte sia cittadini sia infermieri iscritti ad altri Ordini provinciali italiani ha vinto Claudia Nicolini, una infermiera in servizio nella nostra Rianimazione Covid, che nel marzo 2020 scattò a fine turno alcune foto alle colleghe: qui vediamo proprio una di queste foto.

Entrambi i vincitori ricevono un premio da 250 euro ciascuno come da bando pubblicato su questo sito il 2 Febbraio scorso.

La commissione (composta da tre donne: una per il Consiglio Direttivo, una per la Commissione Albo infermieri e una per la Commissione Albo infermieri pediatrici) ha trovato tutti i lavori giunti decisamente interessanti; le Commissarie hanno segnalato al Direttivo dell’Opi anche il lavoro di Sara Canesi, una cittadina ligure che riceverà un ‘premio aggiunto ”.

Un ottimo spot per la professione, in attesa di ritorni concreti

Bene Alessia Bonari, infermiera, sul podio dell’Ariston. E ancora meglio le parole di Amadeus, sul ruolo degli infermieri ” …che ci insegnano a non abbassare la guardia”. Parole normali, che riprendono una normale funzione (quella di educatori alla salute pubblica), prevista dalle leggi (DM 739 del 1994) in un Paese che tanto normale non è, se sentiamo il bisogno di rimarcarlo, e che fa da utile contraltare alle affermazioni a caso di altre conduttrici televisive. La cosa divertente è che la trasmissione da Sanremo appartiene al genere nazional-popolare, altre trasmissioni ”più impegnate”  (e assai più impegnative…) hanno prodotto concetti distorti, errati…per il resto, oltre alla citazione sanremese la professione attende ritorni preziosi e legittimi: ma questa presenza ”ci ha fatto bene” certamente sotto molti aspetti…


Se non ora, quando? I vaccini stanno funzionando

Gentili colleghe e colleghi, in questa fase della campagna vaccinale dove punti di vista differenti sembrerebbero legittimare “non scelte” nelle nostre comunità professionali provinciali rispetto all’opportunità di protezione immunologica per sé e di prevenzione patologica per gli altri, non giudicando aprioristicamente le “non scelte” ma dovendone farcene carico riteniamo istituzionalmente doveroso rilanciare il messaggio del Capo dello Stato Sergio Mattarella quando richiama indistintamente tutti alla riflessione che “La scienza ci offre l’arma più forte, prevalendo su ignoranza e pregiudizi. Vaccinarsi è una scelta di responsabilità, un dovere. Tanto più per chi opera a contatto con i malati e le persone più fragili”.

Rappresentiamo una significativa porzione di chi opera a contatto con le persone fragili come chiunque esposto al virus così subdolo come il CoViD19, e a tutela dei diritti di quei cittadini prima che possano diventare assistiti proprio perché il virus non guarda in faccia nessuno, per intima convinzione prima ancora che per effetto delle prerogative ordinistiche che discendono dalle normative vigenti, invitiamo tutti voi a condividere e far  propri i seguenti punti:

– La tutela del cittadino passa per la sicurezza che deve offrire l’infermiere nell’esercizio della professione. Un infermiere è un infermiere sempre e sempre deve mantenere un comportamento adeguato e consono anche al di fuori del lavoro, astenendosi ad esempio dal celebrare e sostenere anche nei nuovi mezzi di comunicazione attività che contrastano le evidenze scientifiche;

– Prendersi  cura della salute delle persone non è un lavoro “normale“, e alla base della scelta di vivere il mondo del lavoro e della sanità da infermieri e infermiere ci sono degli obblighi che derivano da norme che regolamentano l’ esercizio professionale, in primis il codice deontologico.

–  Gli artt 1-9-10 del Codice Deontologico rafforzano l’agire dell’infermiere  secondo “scienza e coscienza”. Ad essi il professionista deve attenersi anche perchè ha firmato un patto di salute con il cittadino e deve possedere e mantenere un corretto comportamento etico e deontologico;

–  Le libertà di scelta personale cessano nel momento in cui si mette a rischio la salute degli altri;

– La prevalenza della scienza e della coscienza  sull’ignoranza e sui pregiudizi, è un valore prezioso; soprattutto in questo momento di contrapposizione non solo comportamentale ma anche dialettica, riteniamo corretto ascoltare tutti e vagliare qualsiasi punto di vista.

Ma a tutti rivolgiamo l’appello che avendo gli Ordini una funzione di massimo interesse pubblico in quanto enti sussidiari dello Stato a tutela dei cittadini, è opportuno affrontare e dipanare dubbi, porre domande e ricevere risposte, ascoltare e capire nel rispetto delle ragioni e dei ruoli degli interlocutori, avendo tutti ben presente che la salute non è un capriccio e che vaccinarsi è il primo e più importante gesto assistenziale che si possa dedicare al prossimo.

Abbiamo fatto una scelta professionale chiara ed incisiva che si riflette sulla qualità della vita dei cittadini e degli assistiti. La vaccinazione è ora. Se non ora, quando?

I Consigli Direttivi degli OPI Pordenone, Treviso, La Spezia, Carbonia Iglesias, L’Aquila, Ancona

1 Marzo 2021

OPI – Ordine Professioni Infermieristiche La Spezia

Ente di diritto pubblico non economico, organo sussidiario dello Stato (L. 3/2018)

Aperto al pubblico:

PRIMO Mercoledì del mese, ore 08.30-12.30
TUTTI i Giovedì del mese, ore 15.00-18.00

CHIUSO se questi giorni sono prefestivi e festivi
CHIUSO nei giorni della fiera di S.Giuseppe a Marzo
CHIUSO dal 1 al 20 Agosto (chiusura sospesa nel 2024)

Possibilità di concordare incontri in altri giorni, solo tramite richiesta all’Indirizzo Email: segreteria@opi.laspezia.it


Recapiti:

Telefono: 0187 575177
Solo VERE URGENZE: 3516613426 (dal Lunedì al Venerdì, ore 10.00-13.00)

Indirizzo Email: segreteria@opi.laspezia.it
Indirizzo Email PEC: laspezia@cert.ordine-opi.it

ATTENZIONE, NON INVIARE “PEC” ALL’ INDIRIZZO DI POSTA ”NORMALE”: NON E’ POSSIBILE LEGGERLE CORRETTAMENTE E NON HANNO VALORE LEGALE. SE SI VUOLE INVIARE UNA “PEC”, SI DEVE SCRIVERE ALL’INDIRIZZO DI “PEC”: GRAZIE!

Per informazioni su quote d’iscrizione pagate o da pagare, scrivere all’Indirizzo Email: tesoreria@opi.laspezia.it

Indirizzo Uffici: Via P.E. Taviani 52, traversa di Via Fontevivo (La Spezia)

PER INVIARE RACCOMANDATE/PACCHI/POSTA TRACCIATA, scrivere al seguente indirizzo: “Per OPI LA SPEZIA, presso AUTUM Srl, Via Carpenino 43 – 19121 La Spezia”


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