Speciale elezioni/comunicazioni

MANCATO RAGGIUNGIMENTO DEL QUORUM

Art. 10–Verifica del raggiungimento del quorum   1. Nell’ipotesi di prima o seconda convocazione della tornata elettorale terminate le operazioni di voto e dichiarata chiusa la votazione, il Presidente del seggio provvede a riscontrare il numero complessivo dei votanti. In caso di non raggiungimento del quorum, il Presidente del seggio dichiara non valida la votazione e non procede allo scrutinio.  2. La notizia del mancato raggiungimento del quorum viene pubblicata sul sito dell’Ordine con avviso contenente la convocazione successiva come già deliberate e comunicate nella lettera di convocazione.

PUBBLICHIAMO , DAL REGOLAMENTO ELETTORALE FNOPI, L’ART.10, aggiungendo che in prima convocazione si sono avute zero espressioni di voto. Come da lettera di convocazione datata 31/7/2020, pubblicata sul sito istituzionale il 7/8/2020,e sul sito della FNOPI il 10/8/2020, la seconda convocazione è stata fissata per domenica 6/9/2020 (ore 13-16) e per lunedì 7/9/2020 (ore 15-18).

Anche la seconda convocazione non ha visto alcun votante.

La terza convocazione è quella per la quale, con il nuovo Regolamento che deriva dalla L.3/18, NON è previsto un quorum e, come già comunicato, si svolgerà a Sarzana il giorno 11/9 (Pubblica Assistenza, ore 15,30-19) ; alla Spezia il 12/9 (sede OPI, ore 10-17,30) e a Brugnato il 13/9 (Comune di Brugnato- sala consiliare ore 10-14,30).

Speciale elezioni/candidati e programmi

Alle ore 12 del 21 Agosto, come annunciato nella lettera di convocazione agli iscritti, è scaduto il limite per presentare una propria candidatura per le elezioni di rinnovo di OPI La Spezia – Ordine delle Professioni Infermieristiche. La presentazione di una candidatura in questi termini è indicata dal Regolamento elettorale della Federazione Nazionale degli Ordini delle Professioni Infermieristiche.
Non si sono avute candidature singole, e si è avuta una sola candidatura di lista.
Come da Regolamento FNOPI, il Presidente uscente ha verificato la correttezza della presentazione, in tutti i requisiti ed indicazioni richieste, ed ha accettato la candidatura, dandone comunicazione al ”referente” di lista.
Come ricorda il già citato Regolamento FNOPI (art 5 ”Propaganda elettorale”), gli allegati a questa notizia con il PROGRAMMA  e i CANDIDATI dell’unica lista saranno rimossi nelle 24 ore precedenti la prima, seconda e terza convocazione, per poi tornare visibili successivamente.
Nel seggio saranno affissi i nominativi dei candidati della unica lista che si presenta (art 7 Regolamento FNOPI) e saranno indicate le modalità di voto (che sono semplici: o si vota per la intera lista, indicando la sua denominazione, o solo per alcuni- anche uno solo- dei candidati: troverete tutto in dettaglio al seggio).
Qui sono allegati il programma e l’elenco dei candidati che formano la lista stessa, in due file distinti.

Speciale elezioni/comunicazioni sull’assemblea elettorale

Ordine delle Professioni Infermieristiche della Spezia

La Spezia, 31 luglio 2020

A TUTTI GLI ISCRITTI AGLI ALBI INFERMIERI E INFERMIERI PEDIATRICI DI OPI LA SPEZIA- LORO SEDI

Oggetto: Convocazione dell’Assemblea Elettorale per il rinnovo del Consiglio Direttivo e del Collegio dei Revisori dei Conti ed elezione Commissione Albo –(prima -seconda –terza convocazione.)

Con Delibera del 31 luglio 2020 del Consiglio Direttivo Opi La Spezia, in ottemperanza alla Legge 11 gennaio 2018, n. 3 è convocata l’Assemblea Elettorale degli iscritti per il rinnovo del Consiglio Direttivo e del Collegio dei Revisori dei Conti e per l’elezione delle Commissioni di Albo per il quadriennio 2021 -2024, dell’Ordine delle Professioni Infermieristiche La Spezia, con modalità cartacea.

In prima convocazione le votazioni si terranno presso la sede dell’Ordine in Via Taviani 52, La Spezia: sabato 5 settembre 2020 dalle 16 alle 19, e domenica 6 settembre 2020 dalle 8,30 alle 11,30.

In prima convocazione l’assemblea risulterà valida qualora abbia votato almeno un totale di due quinti degli iscritti.

Qualora in prima convocazione non risultasse raggiunto il quorum dei votanti necessario per ritenere l’Assemblea validamente tenuta, si procede fin d’ora alla seconda convocazione: le votazioni si svolgeranno presso la sede dell’Ordine in Via Taviani 52, La Spezia domenica 6 settembre 2020 dalle 13 alle 16, e lunedì 7 settembre 2020 dalle 15 alle 18.In seconda convocazione l’Assemblea risulterà valida, purché voti almeno un totale pari ad un quinto degli iscritti.

Qualora in seconda convocazione non risultasse raggiunto il quorum dei votanti necessario per ritenere l’Assemblea validamente tenuta, si procede fin d’ora alla terza e DEFINITIVA convocazione, per la quale non è richiesto nessun numero minimo di votanti e le votazioni si svolgeranno, come indicato con le nuove normative, su più sedi nella Provincia (art 2 Regolamento Elettorale FNOPI) nei seguenti giorni e orari:

  • VENERDI’ 11 SETTEMBRE 2020 A SARZANA (SP) PRESSO SEDE PUBBLICA ASSISTENZA LA MISERICORDIA E OLMO Via Falcinello 1 Sarzana (SP) dalle ore 15,30 alle ore 19,00
  • SABATO 12 SETTEMBRE 2020 A LA SPEZIA PRESSO SEDE OPI VIA Taviani 52, dalle ore 10,00 alle ore 17,30
  • DOMENICA 13 SETTEMBRE 2020 A BRUGNATO (SP) PRESSO SALA CONSIGLIARE DEL COMUNE DI BRUGNATO piazza Martiri,1 dalle ore 10.30 alle ore 14.30

Non sono ammesse le deleghe ed il voto elettronico, o a mezzo posta, inclusa la posta elettronica; l’iscritto, per votare, deve presentarsi di persona all’ufficio elettorale dove sarà garantita ed assicurata la segretezza del voto nei giorni e nelle ore sopra indicati, munito di un valido documento di riconoscimento.

Non sussiste alcuna causa di ineleggibilità e di incompatibilità per l’elezione alle cariche ordinistiche. Sono eleggibili tutti gli iscritti agli albi compresi i consiglieri, i componenti delle Commissioni di albo ed i componenti del Collegio dei Revisori uscenti che abbiano presentato la propria candidatura singolarmente o nell’ambito di una lista.

La lista deve essere composta da un numero di componenti pari alla somma del numero dei componenti del Consiglio Direttivo, della Commissione di Albo e del Collegio dei Revisori da eleggere (art 4 Regolamento Elettorale FNOPI) e deve essere indicato l’organo per il quale si presenta la candidatura.

E’ vietata la candidatura in più liste concorrenti.

All’atto della presentazione le liste dei candidati devono indicare un referente di lista e devono essere sottoscritte da un numero di firme almeno pari al numero dei componenti del Consiglio Direttivo, delle Commissioni di Albo e del Collegio dei Revisori da eleggere; le liste, inoltre, devono essere sottoscritte dai singoli candidati e corredate da copia del documento di identità dei candidati e dei firmatari.

Le firme devono essere autenticate dai Commissari che controllano che i candidati e i firmatari siano iscritti all’albo degli infermieri /infermieri pediatrici dell’OPI della Spezia.

La singola candidatura e le liste così come indicato devono essere presentate, a pena di irricevibilità, mediante PEC o a mano presso la sede dell’Ordine, entro le ore 12.00 del quindicesimo giorno antecedente a quello fissato per l’inizio delle operazioni di voto in prima convocazione, ossia ENTRO E NON OLTRE le ore 12.00 del 21 agosto 2020; per questo motivo OPI La Spezia ridurrà al minimo il periodo di ferie estivo.

Entro 30 giorni dalla proclamazione dei risultati delle elezioni ogni iscritto nell’albo può proporre ricorso avverso la validità delle operazioni elettorali alla Commissione Centrale per gli Esercenti le Professioni Sanitarie, presso il Ministero della Salute che decide nel termine di sei mesi (ai sensi dell’art. 21 del DPR 221/50 e dell’art. 3, comma 4 della Legge 241/90)

CONSIGLIO DIRETTIVO IN CARICA ALL’ATTO DELLA CONVOCAZIONE DELLE VOTAZIONI:

Presidente Gian Luca Ottomanelli

Vice Presidente Francesco Falli

Segretario Valentina Korculanin

Tesoriere Cinzia Tiziana Pisarelli

Consigliere Sonia Cerchi

Consigliere Benedetta Maria Eguez

Consigliere Nico Furletti

Consigliere Gianni Murgia

Consigliere Marta Luise

Consigliere Isabella Sarpi

Consigliere Martina Paita

Consigliere Luca Spadoni

Consigliere Valentina Sansò

Consigliere Valentina Sale

Presidente del Collegio dei Revisori dei conti: Andrea Mazzoni

Revisore Monica Ferrari

Revisore Tiziano Zavani

Revisore supplente: Lucia Giappichini

(firmato in originale da Presidente e Segretario)

Per favorire comunicazioni e contatti sul tema del rinnovo, OPI LA SPEZIA aprirà i propri uffici anche il 18 agosto dalle ore 16 alle 17, oltre alla modifica delle tradizionali chiusure estive, quest’anno limitate al solo 14 agosto.

REGOLAMENTO FNOPI

Decreto norma elettorale

SCHEDA DI CANDIDATURA SINGOLA

Comunicazione all’Ordine del proprio domicilio digitale- info e previsioni

OBBLIGO DI COMUNICAZIONE DELLA PEC ALL’ORDINE
Il decreto-legge del luglio 2020, n. 76 (cd. ”Decreto Semplificazione”), pubblicato nel Supplemento ordinario n. 24/L alla Gazzetta Ufficiale n. 178 del 2020, ed entrato in vigore il giorno successivo la pubblicazione, ha introdotto un pacchetto di misure di semplificazione per il sostegno e la diffusione dell’amministrazione digitale (Titolo III del provvedimento), tra le quali va evidenziato l’articolo 37 recante «Disposizioni per favorire l’utilizzo della posta elettronica certificata (PEC) nei rapporti tra Amministrazione, imprese e professionisti». La norma modifica la disciplina vigente (art. 16 del d.l. 29 novembre 2008, n. 185, conv. dalla Legge 28 gennaio 2009, n. 2), rafforzando l’obbligo per i professionisti iscritti negli albi – tutti, non solo noi Infermieri- di comunicare il proprio indirizzo di posta elettronica certificata ai rispettivi Ordini (ora detto ”domicilio digitale” ). A tal fine, il d.l. 76/2020 prevede che il professionista che non comunica il proprio domicilio digitale (PEC) all’Ordine di appartenenza è obbligatoriamente soggetto a diffida ad adempiere entro 30 giorni, trascorsi i quali l’Ordine commina la sanzione della sospensione dell’iscritto fino all’avvenuta comunicazione del domicilio digitale (PEC).

Allo stato attuale, con l’anno in corso e non avendo avuto modo di prevedere la spesa nel bilancio 2020, l’OPI spezzino non ha tecnicamente, al momento, la possibilità di fornire questo servizio ai professionisti, che dovranno quindi provvedere autonomamente per rispondere a questo obbligo normativo (il costo, che varia a seconda dell’operatore scelto, è di norma compreso fra 4 e 7 euro anno). Ma troviamo più che ragionevole pensare che nel 2021, potendo prevedere la spesa, il Consiglio Direttivo in carica potrà fornire la PEC agli iscritti, come servizio utile, e su questo aspetto abbiamo già in questi giorni iniziato a sondare il ”mercato” dei provider.

Nella speranza che sia chiaro che si tratta di una norma dello Stato, e che NON ci troviamo di fronte ad una iniziativa del Vostro Ordine, restiamo a disposizione per ricevere gli indirizzi PEC degli iscritti che ancora non lo avessero fornito; e per trasmettere informazioni, assistenza, consigli e sostegno su eventuali richieste, dubbi, necessità. Un cordiale saluto.

Gli elaborati premiati durante l’Assemblea: complimenti!!

Pubblichiamo gli elaborati del premio riservato agli iscritti dell’OPI spezzino: ogni categoria (Sanità pubblica, privata, militare, libera professione, studenti) prevede un premio di 250,00 euro per il miglior elaborato.

Nessun elaborato è stato consegnato per le categorie ‘’militari’’ e ‘’libera professione’’; quindi queste cifre, già investite a bilancio, sono state riversate in altri premi a favore di altri elaborati ritenuti, dalla giuria, degni di menzione.

Alcuni dei vincitori, come indicato in fase di premiazione, hanno devoluto la cifra al Fondo nazionale di solidarietà a favore dei Colleghi ammalati e deceduti in servizio, a causa dell’infezione da Covid 19 #noicongliinfermieri, organizzato da FNOPI

Le premiazioni si sono svolte il 31 luglio, in sede OPI, durante assemblea ordinaria.

GRAZIE A TUTTI  (gli elaborati seguono in ordine casuale: sono cinque in totale)

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Bertoldi Gianni, Di Mattia Marco, Riccio Donatella – elaborato

Mi squilla il cellulare, è il numero dell’ospedale. Penso subito se sono reperibile, non lo sono, rispondo con più tranquillità, sarà un collega che è a lavoro e mi chiede qualche cambio.

“Pronto”

“Riccio? ”

“Sì”

“Sono … , ti chiamo perché abbiamo un paziente in osservazione, il prelievo degli organi è previsto per questa notte, volevo sapere se potevi venire”

Penso che questa sera i miei figli non hanno impegni sportivi, sono già organizzata per la cena, non vorrei andare, un prelievo d’organi è molto stressante, ma inventare scuse non è da me, vorrei dire di no, ma poi sono sincera.

“OK, riesco a venire, ma chi sono gli altri colleghi, così ci organizziamo per il materiale e tutto il resto”

Mi dice i nomi. Solo uno è “nuovo” a questa esperienza. Marco ha una lunga esperienza in sala operatoria, anche  nei prelievi d’organo. Gianni è molto esperto in ortopedia, non in questo.

Ci sentiamo con i colleghi in servizio, per sapere cosa hanno preparato e cosa dobbiamo prendere noi al momento ( ghiaccio, farmaci …). Non vorrei andare. Cerco di riposare perché mi aspettano molte ore di lavoro e non si può sbagliare a causa della stanchezza.

E’ un uomo dell’età di mio marito, ha avuto  un’ischemia cerebrale massiva , l’EEG dice che è in morte cerebrale. Non mi  fermo a pensare su qual è stata la sua vita, la sua famiglia, i suoi affetti. Mi dico empatia sì, simpatia no. Arriviamo, ci cambiano, passiamo i vari filtri e controlliamo le sale, tutti gli strumenti e gli elettromedicali. Ci  mettiamo d’accordo su chi deve fare cosa. Basta poco, perché siamo persone che si conoscono, si parte. Ci comunicano che il paziente  arriverà in ambulanza tra circa venti minuti al massimo.

Abbiamo il tempo per preparare. Mi lavo. Marco mi dice che se ad un certo punto sono stanca, lui mi dà il cambio. Lo apprezzo molto. Anche se la parte del circolante è dura ugualmente. Pronti a dare vita a chi da tempo ha paura di perderla. Preparo il “tavolone” per il ghiaccio e per controllare e confezionare  sterilmente gli organi con le ciotole d’acciaio, i sacchetti sterili;  il ghiaccio sarà “rotto” al momento perché, altrimenti, si scioglie Lo copro con un telo sterile.  Poi gli altri tavoli. Arriva il paziente.  Assomiglia … Mi dico “ empatia sì, simpatia no”. Viene posizionato sul letto chirurgico, Marco ripete “supino con gli arti superiori aperti”; dico di sì

Posiziona la placca neutra ad un arto inferiore. Gianni lo aiuta, mi sembra un po’ preso emotivamente. Gli faccio cenno di avvicinarsi. Lo fa senza toccarmi, per la sterilità. Gli dico “empatia sì, simpatia no”. Mi risponde “fosse facile”; ha ragione. Gli dico “allora pensa al perché lo facciamo”

Si procede. L’oss  aiuta nella vestizione i chirurghi che arrivano da Genova e Bergamo Si procede.L’anestesista segue tutte le fasi del prelievo. Mi concentro sull’intervento: klemmer, bengolea, forbici, laccio, passafili, bengolea, forbici, filo, bipolare …

Resto in silenzio. Quando finisce il “laccio” mostro la bobina  vuota a Marco, e senza parlare me ne dà una nuova. Gianni si lava. Comincia a rompere il ghiaccio sterile. Mi dico “è forte e almeno si concentra su qualcosa di pratico”. Marco non si distrae neppure un attimo.

La burocrazia è lunga e complessa, anche quella tocca a lui. Reni, fegato, polmoni, infine cuore. Le cornee saranno prelevate in obitorio. Ogni organo è confezionato in doppio sacchetto con il ghiaccio sterile.  Ogni organo è integro.

Sono come bambini nati da un corpo che vivrà in altre vite.  E’ finito il prelievo d’organi. Senza rendercene conto sono solo passate undici ore, ma non è finito tutto.

Togliamo al paziente il catetere vescicale, cateteri venosi. Poi lo ricomponiamo come se gli dovessimo dare gli onori di chi ha salvato altre vite con il suo sacrificio. Marco chiama per portare in obitorio la salma, la documentazione è completa nei minimi particolari. Marco è un infermiere molto attento. Gianni mi aiuta nel conteggiare e nel dividere i ferri. Riponiamo tutto al suo posto. Nessuno ha voglia di parlare e a  chi crede  è scappata anche una preghiera. Portano via la salma. Tutti e tre l’accompagniamo fino al passaggio pazienti in uscita.

Chiedo a Marco se abbiamo una copia della documentazione da lasciare alla Coordinatrice. Mi risponde “Donaaa”. Intanto è l’alba. Arriva il turno del mattino, ci chiedono com’è andata. Rispondiamo “bene”, ma nessuno ha voglia di parlare dei particolari, ci andiamo a cambiare. Mentre esco dal padiglione centrale, mi imbatto in un viso conosciuto, ma è pallido, mi guarda, sto per dire:” come va?”, “come stanno le ragazze?”.

Capisco che non è il caso. Mi basta un minuto per collegarlo al paziente del prelievo d’organi. Ecco perché è lì. Mi si avvicina, non ho parole, l’ abbraccio. Senza parole vado via.Mi ripeto che questa è la vita che ho scelto, empatia, no simpatia. Questo però mi insegna che devo apprezzare di più quello che ho e chi mi sta accanto. Vado a fare una passeggiata vicino al mare.Poi  mi riposerò.

Giorni dopo ci informano che gli  organi impiantati sono andati tutti a buon fine. Questo ci dà forza. Gianni mi abbraccia. Penso alla fortuna che ho di lavorare con persone come loro.

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Infermiera MARCELLETTI FRANCESCA         Ho deciso di partecipare a questo bando di concorso semplicemente perche’ la scorsa settimana un evento accaduto mi ha fatta riflettere molto,non l’ho condiviso,l’ho lasciato andare…perche’ in quel momento cio’ che mi bastava era aver risolto il problema e aver trovato senso e soddisfazione nel lavoro svolto.

Credo di aver ricevuto,l’opportunita’,di poter fare in quell’occasione la differenza, “curando e prendendomi cura”, esprimendo si competenze ma principalmente dedicandomi a cio’ che era venuto a mancare fino a quel momento ,l’ascolto.

Lavoro in una Breast Unit e mi occupo, nel ruolo di breast care nurse, delle donne che lottano contro il tumore al seno. Con il passare degli anni ho imparato e capito che il paziente oncologico,pur avendone pieno diritto,sceglie sempre “di non disturbare”,difficilmente domanda cio’ che vorrebbe sapere,devi essere tu attento a leggere i suoi occhi,a percepire le parole non dette e di conseguenza saper delicatamente entrare nei suoi pensieri intavolando un discorso dove lui si senta libero di lasciar andare…”di disturbare”…

Quel giorno,la paziente G.M arrivo’ presso il nostro servizio per eseguire la prima medicazione post intervento,era martedi’ e solitamente il martedi’ e il giovedi’ l’attivita’ e’ prettamente infermieristica,senza la presenza del chirurgo.

G.M ha 50 anni ,qualche mese fa le e’ stato diagnosticato un tumore della mammella,molto esteso con interessamento dei linfonodi in ascella,per cui dopo discussione multidisciplinare, a cui iopartecipo,e’ stato deciso per una terapia chemioterapica neoadiuvante,per aggredire  immediatamente

la malattia e solo in un secondo momento intervenire chirurgicamente.

La paziente e’ quindi in un momento di stanchezza estrema,ha appena superato il primo importante momento di difficolta’ di questo percorso,la chemioterapia,e pronta a non mollare ha affrontato anche l’intervento di mastectomia e svuotamento ascellare.

Entra in ambulatorio e con un sorriso mi saluta.

Prima di effettuare una medicazione come questa sai che e’ il caso di chiedere alla paziente come sta,come e’ stato arrivare fino ad oggi e capire attraverso il suo viso e le sue parole in quale stato

psicologico si trovi, quali siano le sue paure piu’ grandi,se vedere per la prima volta le ferite o attendere la risposta dell’esame istologico.

G.M risponde che va tutto bene,ma e’ chiaramente una bugia perche’ nell’istante in cui sorride e dice -va tutto bene-,i suoi occhi esprimono la voglia di urlare. Sorrido anche io e con tono pacato provo a dirle -non sembrerebbe-.

Quel ”non sembrerebbe” apre la porta ad una crisi di pianto della signora ,che disperata si siede sulla sedia domandandomi scusa… Scusa di cosa…. Anche io mi siedo e le chiedo se ha voglia di raccontarmi cosa non va.

Il racconto e’ lungo e articolato ma cio’ che mi lascia tremendamente perplessa e’ che G.M. mi riferisce che sono settimane che cerca di dire ai medici che la seguono che ha un forte mal di schiena…cosi’ forte da non lasciarla respirare,cosi’ forte da non permetterle di dormire,di affrontare la vita di tutti i giorni… La risposta del personale medico pero’ e’ sempre mlto evasiva,non conclusiva,nessuno di loro fino ad ora le ha dato importanza ,nessuno le ha consigliato cosa fare se non di assumere degli antidolorifici.

Chiedo a G.M. se anche in passato aveva avuto episodi di dolore alla schiena ma la paziente nega.

Il ruolo di breast care nurse prevede che in base alle competenze raggiunte e alla formazione maturata possa io “occuparmi” delle pazienti con maggiore liberta’ di decisione e avere quindi la possibilita’ di muovermi all’interno del gruppo multidisciplinare coinvolgendo gli altri professionisti,medici,dove lo ritengo opportuno.

Era quello il caso,di scavalcare elegantemente il silenzio che c’era stato fino ad oggi nei confronti del forte mal di schiena della paziente e provare ad organizzare una serie di visite ed esami che affrontassero il problema seriamente. G.M e’ in sovrappeso,inoltre il mal di schiena la obbliga a passare le giornate prevalentemente coricata,quindi senza svolgere attivita’ fisica.

Affrontiamo anche questo di problema e per cercare di partire dalle cose semplici in accordo con lei chiamo la nutrizionista del nostro centro e le fisso un appuntamento per permetterle di iniziare anche a pensare di alimentarsi in modo diverso,questo perche’ il sovrappeso non aiuta il mal di schiena e facilita inoltre la possibilita’ di andare in contro a recidive mammarie.

Proseguendo il dialogo con la paziente percepisco la necessita’ di parlare,di raccontare il suo vissuto,senza dover piangere a casa con i famigliari e sempre in accordo con lei contattiamo la psiconcologa del centro e fissiamo un appuntamento. Ho di fronte un paziente oncologico pero’ e per quanto psicologo e nutrizionista siano preziosi in questo percorso credo non si possa non indagare un mal di schiena che porta a tale disperazione.

Mi faccio coraggio,perche’ hai sempre il pensiero come infermiere di non voler scavalcare nessuno,di non invadere il campo altrui…ma non sono due giorni che svolgo questa professione e se c’e’ cosa importante che  ho capito e’ che con i giusti toni,i giusti modi e il giusto sapere, prendersi cura del paziente significa anche andare oltre,dove magari per mancanza di tempo o di ascolto non e’ ancora andato nessuno.

Chiamo l’oncologo di riferimento del nostro servizio,spiego la situazione,racconto anche con che

discrezione la paziente e’ arrivata a segnalare il problema per spingerlo a comprendere che forse questo mal di schiena allora non e’ proprio banale e segnando un rigore portiamo a casa,io e la signora G.M. un appuntamento per RMN con mezzo di contrasto.Una vittoria. Il risultato della RMN parla chiaro: SPONDILODISCITE probabilmente secondaria all’utilizzo dei farmaci chemioterapici.

Non e’ piu’ una vittoria.

CONCLUSIONI: ogni giorno si impara qualcosa di nuovo nella nostra professione,si impara a riflettere,a pensare velocemente,ad agire con professionalita’ e sicurezza,si impara la discrezione,l’umilta’,l’ascolto…si impara che queste due ultime cose sono l’essenza di un atteggiamento lavorativo responsabile,necessario,che mette in luce cio’ che spesso fa la differenza.

C’e’ tanto allarmismo in questi giorni per il caso della signora G.M,i medici ora hanno preso in mano la situazione e hanno ascoltato la paziente. Io mi sento serena,nonostante la diagnosi,sento che le cose sono andate per il meglio.

G.M mi ha preso le mani due giorni fa e mi ha detto con gli occhi pieni di lacrime :- grazie per avermi ascoltata,per avere capito,per aver preso in mano la situazione con professionalita’ .Ti devo tutto. Ma in realta’ non ho bisogno di altro,sono a posto cosi.

 

Marcelletti Francesca

francesca.marcelletti@uslnordovest.toscana.it

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IL VALORE DEL CODICE DEONTOLOGICO, QUELLA VOLTA CHE… di CHIARA TASSO

Il valore del Codice Deontologico, quella volta che…

Eravamo noi, io e i miei pazienti, sebbene io fossi ancora una studentessa.

Ero con loro perché dovevo svolgere una delle azioni più complesse che un infermiere possa compiere, “forse non è stato prudente affidarla ad una studentessa”, ho pensato in quel momento, “riuscirò?”. Quello che dovevo fare era stare accanto ai pazienti con cui mi trovavo e farli sentire a proprio agio, cosa non facile dato che mi trovavo in un nucleo Alzheimer e demenza senile, ma questo è quello che gli infermieri mi avevano chiesto mentre loro somministravano agli altri pazienti la terapia del mattino proprio li accanto. Erano tutti e quattro seduti li e per il momento stavano ancora finendo la colazione. Non passò neppure un minuto da questa mia riflessione che la Signora E. iniziò a urlare lamentandosi. Andai da lei e vidi che era molto agitata e preoccupata, provavo a parlarle per capire cosa succedesse ma non era facile interpretare il suo disagio tramite parole che pronunciava a stento. Ecco un flash, la Signora E. aveva un modo tutto suo per tranquillizzarsi, una cura anche economica… No, non sto parlando di una categoria specifica di farmaci, a lei bastava che le si mandasse un bacio ed ecco che sul suo viso compariva un sorriso che, a dir la verità, non sempre si vede nascere dopo aver somministrato una pastiglia. Ecco che non appena si tranquillizzò, i Signori L., peraltro seduti accanto, iniziarono a chiamare: “Infermiera?”. “Eccomi” risposi, anche se, come ho già precisato in precedenza, sono ancora una studentessa. I due pazienti si chiamavano allo stesso modo, ma imparai sin da subito quanto fossero diversi l’uno dall’altro. Uno dei due L. era molto pacato e cordiale mentre l’altro era molto burbero e severo nei modi di fare e nel suo comportamento. Anche loro non si sentivano a loro agio in quel momento. Non me lo avevano espresso apertamente ma lo si poteva intuire osservando i loro comportamenti. Il paziente più burbero, conoscendo appunto il suo carattere, aveva bisogno di alzarsi con l’aiuto che io potevo offrirgli, poichè per lui rimanere seduto a tavola a lungo rappresentava una sofferenza. Dopo avermi rivolto qualche rimprovero, scelse di seguire le mie parole e, facendo fiducia sul mio aiuto, piano piano si alzò dalla sedia. Non appena fu in piedi mi rivolse uno sguardo completamente diverso da quello di poco prima e con un cenno di sorriso mi ringraziò almeno tre volte. L’altro signor L. mi guardò subito rasserenato: era solo turbato di assistere ancora una volta alle lamentele del signore al suo fianco. Il mio sguardo tornò sul primo dei due signori L. che si stava già incamminando con il suo deambulatore verso l’altro lato della sala da pranzo ripetendo ancora mille volte tra sé e sé “grazie”. Non feci in tempo a muovere un passo che mi sentii prendere per mano. Senza neanche voltarmi capii che si trattava della signora M.. Parliamo di una signora molto autonoma, rispettosa e solare che però possiede una particolarità: tende a voler scappare attraverso qualsiasi porta le capiti di fronte e se si prova a contraddirla non ci sono modi per calmarla nei primi 20 minuti successivi. Ecco che eravamo già arrivate vicino ad una porta e mi disse: “Non si apre… Come facciamo?”. In molti, forse, penserebbero tra sé e sé: “ancora una volta devo sprecare del tempo per far capire una cosa ad un paziente che tra pochi minuti già se ne dimenticherà”. Io invece vi dico che questo è uno di quei momenti che mi stimola maggiormente: il momento in cui bisogna calarsi nel mondo del paziente che si sta seguendo, accompagnare i suoi ragionamenti (nel limite del concesso) ed entrare in sintonia con lui.

Questa esperienza è stata una delle prime che ho fatto durante il mio percorso formativo all’università ma credo che sia stata una delle più significative per me. Non ho imparato nessuna terapia nuova, nessuna nuova pratica manuale, nessuna tecnica di medicazione; ma ho capito in quel preciso istante il motivo per cui ho scelto questa professione e ho scelto di essere infermiere: prendermi cura dell’altro nella sua globalità. Avevo già studiato e letto il Codice Deontologico delle Professioni Infermieristiche e avevo capito i punti chiave su cui esso si fondava. Mi era stato detto che questo Codice regola il comportamento

professionale dell’infermiere, senza spiegare esplicitamente cosa fare e cosa non fare, ma ogni volta questo concetto mi appariva difficile da comprendere fino in fondo. Dopo questa esperienza, però, ho veramente toccato con mano ciò che significasse quella frase e gli articoli profondi che il Codice ci enuncia. L’infermiere lavora in un contesto difficile e complesso ma che, tuttavia , offre delle possibilità: la possibilità di regalare un sorriso a chi ne ha bisogno, la possibilità di ricevere “grazie” sinceri anche solo attraverso uno sguardo e la possibilità di imparare a trasmettere tanto anche senza pronunciare parola. Ho vissuto sulla mia pelle che il tempo di relazione è tempo di cura; che l’infermiere, oltre alle mille attività che svolge nel percorso di cura, agisce facilitando l’espressione di sofferenza e disagio come mi è capitato con i signori L.; che l’infermiere, inoltre, promuove la relazione con il paziente anche se quest’ultimo si trova in condizioni che ne limitano l’espressione, attraverso diverse strategie e modalità comunicative efficaci e personalizzate.

Mi sentii richiamare: era tornata l’infermiera. Mi chiese come fosse andata in sua assenza e se avessi avuto problemi, sebbene lei non avesse avvertito, come a volte accadeva, troppi rumori o lamentele dalla stanza accanto. “Credo bene”, le risposi con un sorriso.

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L’ELABORATO DI SARA CARRODANO

Antonio era un ragazzo sulla quarantina, ci conoscemmo in una struttura riabilitativa ed io ero una sua infermiera; per lui invece entrare ed uscire  dal reparto era diventata  una routine necessaria.                              La Sclerosi Laterale Amiotrofica è una malattia degenerativa del sistema nervoso centrale: la progressiva perdita del controllo dei muscoli volontari porta lentamente e dolorosamente  all’immobilità, alla perdita totale dell’indipendenza psicologica e fisica.

Luca era una persona solare , nella consapevolezza della sua condizione; quando ci siamo incontrati la sua patologia era in rapida evoluzione , la diagnosi puramente casuale era stata  fatta non più di due anni prima, ma l’inesorabilità degli eventi era un fardello pesante da portare.                                                               Al suo fianco era sempre presente la moglie Anna, il loro era un amore  intenso, molti erano i programmi fatti insieme  e lei faticava ad accettare il suo progressivo peggiorare.

Con Antonio molte volte abbiamo parlato di quello che sarebbe stato il suo troppo prossimo destino, lui soffriva  per i sogni traditi, per non essere più in grado di fare quasi alcunché in autonomia, per non poter praticamente più tenere una penna in mano.. Soffriva per Anna  e per essere la causa del suo dolore.

Così mi affidò le sue volontà, a me ed all’equipe del reparto:  come atto di indipendenza dichiarò anticipatamente  di rifiutare una futura tracheotomia.

Non è facile essere  un buon professionista, ci insegnano che  il cuore del nostro operato si racchiude nel “Sapere” “Saper Fare ” e ”Saper Essere”, quindi che alle manovre tecniche più complicate dobbiamo accompagnare l’etica del gesto  assistenziale, ma il difficile  è riuscire a provare SIM-PATIA, patire con, essere vicini. È lì, da vicino che  si riesce a percepire il DOLORE, nella sua accezione fisica ma anche globale ed esistenziale.

In questa realtà di avanguardia tecnologica, troppo spesso ci si ritrova  condannati dagli eventi, dal destino, ad un’esistenza completamente dipendente da avanzate tecnologie.

È vero che ancora non esiste  una legge ad hoc sull’accanimento terapeutico, ma almeno possiamo appellarci al codice deontologico: (art.3) ”l’infermiere cura e  si prende cura della persona ne rispetto della dignità, della libertà, dell’uguaglianza e delle sue scelte di vita e concezione  di salute e benessere” Ma anche “tutela la volontà dell’assistito di porre limiti agli interventi che non sono proporzionati alla sua condizione clinica e coerenti con la concezione da lui espressa di qualità di vita espressa anche in forma anticipata”.

Oggi Antonio non è più con noi, tuttavia io sono contenta ed orgogliosa di aver potuto, anche se solo in parte, aiutarlo a rimanere padrone di sé stesso fino all’ultimo.

Sara Carrodano

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L’ELABORATO DI SABRINA TOMMASI

Correva l’anno…eccome correva quell’anno, veloce, il primo anno della scuola Convitto Duchessa di Galliera a Genova era ormai passato, ora non ero più “colombina ”con la tipica cuffietta inamidata, difficile da stirare, orribile da vedere…Ora ero quella del secondo anno, la cuffietta si era trasformata in velo sulle spalle, che finiva “stondato” per poi trasformarsi, dopo il terzo anno, in velo “ a punta” delle cosiddette infermiere diplomate, sospirato traguardo dopo così tanto correre.

Ero in servizio presso il reparto di Neonatologia Immaturi “ San Filippo”, reparto difficile, importante, pieno di bambini, di lettini, di strilli e pannolini, incubatrici e grandi mani gentili che si prendevano cura, come fossero piccole foglioline, di quei bimbi sfortunati, alcuni di passaggio, per fortuna loro, con patologie lievi o sottopeso, altri purtroppo con gravi malformazioni o patologie, in pericolo di vita, appesi a un filo sottile, che né il tempo, né la scienza, avrebbe potuto risolvere.

…La prima volta mi sembrò di trasgredire chissà quale legge, di Chi? E come? Spalancai tanto di occhi e di braccia…..le braccia le aprii per accogliere quel corpicino piccolo piccolo, sottopeso, che sembrava guardarmi con fare interrogativo, come per dirmi sbrigati e abbi cura di me, in fretta fai tutto ciò che devi fare….. sentii una voce ferma, calda, rassicurante dietro alle mie spalle…”BATTEZZALO” mi disse … Come ? Battezzalo, presto, che io preparto l’incubatore.

In quel momento tutto il codice deontologico della nostra professione studiato a scuola mi è passato davanti. Agire in maniera adeguata in tutte le situazioni che un professionista affronta nell’esercizio della propria professione. E così, con molta emozione dentro e fuori di me, lo battezzai.

Era consuetudine e credo lo sia ancora oggi e anche legale che i bambini in pericolo di vita venissero battezzati al San Filippo, e quella fu la mia prima volta.

Ne seguirono altri e mentre sto scrivendo mi chiedo:… chissà dove saranno quei bambini…..Era l’anno 1978

Sabrina Tommasi

Piu’ infermieri e nuovi scenari: se non ora, quando?

Dopo tutto ciò che è accaduto, e che sta ancora accadendo con le complesse procedure sullo screening infettivologico, che assorbono risorse importanti, rilanciamo la proposta per avere MAGGIORI ASSUNZIONI ENTRO FINE ANNO e per proporre il ritorno delle procedure di controllo sanitario nelle scuole, includendo la figura dell’infermiere (o dell’infermiere pediatrico).  Si tratta di proposte tese a rafforzare la offerta di cura e assistenza, e di importante prevenzione, a favore dei Cittadini; e per aumentare le opportunità di impiego, e di ritorno a casa, di tanti nostri Colleghi.

www.gazzettadellaspezia.it/cronaca/item/114304-una-maggior-sicurezza-a-vantaggio-di-tutta-la-comunita

 

L’infermiere scolastico: un contributo di De Caro (CNAI)

Riprendiamo un contributo del Presidente nazionale di CNAI, Walter De Caro, sulla ipotesi della introduzione della figura dell’infermiere scolastico, pubblicato su QS il 13 luglio: l’incipit della nota di De Caro, dai contenuti che possono apparirci…attualissimi, è in realtà un passaggio storico del 1919 : ”Le infermiere non solo insegnavano ai bambini a lavarsi le mani e ad usare un fazzoletto, ma li selezionavano anche per le malattie contagiose e mettevano in quarantena quelli che si ritenevano contagiosi nelle loro case, controllando periodicamente i bambini per valutare il loro stato di salute. Le infermiere provvedevano ad indirizzare bambini gravemente malati ai medici e ad insegnare ai genitori come prendersi cura di loro”…il nostro OPI è estremamente a favore di un ”ritorno” a quelle attività di prevenzione, educazione, controllo sanitario nel mondo scolastico oggi purtroppo pressochè scomparse, come confermato da una nota (ripresa nel testo di De Caro) del nostro Vice, apparsa sempre su QS pochi giorni fa.

Facciamo nostro, completamente, un altro passaggio del Presidente CNAI, unitamente al disappunto di un costante inseguimento rispetto a quanto avviene negli altri Paesi in questo, ed in altri settori: ” …Possibile che nessuno riesca a guardare agli esempi di infermieri scolastici (non medici) presenti in tutti il mondo, dal Regno Unito, ai Paesi del Nord Europa, agli Stati Uniti e alle competenze che esercitano?”

Qui il contributo integrale, buona lettura. www.quotidianosanita.it/lettere-al-direttore/articolo

 

A disposizione dei Colleghi le creme inviate da Beiersdorf

Beiersdorf ha costruito confezioni di Nivea dedicate ai professionisti dell’assistenza, dichiarandolo sopra le stesse; poi le ha spedite in notevole quantità agli Ordini delle professioni infermieristiche: il tutto è in arrivo in questi giorni, o è appena arrivato, come segnale di solidale apprezzamento per il lavoro svolto in emergenza #covid

Una bella iniziativa commerciale, una risposta intelligente alla analisi del ruolo attuale di questi professionisti. Un passaggio necessario, ora, anche da parte di altri interlocutori, inclusi quelli più istituzionali, per considerare -per quanto davvero merita- gli sforzi e il peso di una professione ”impegnata” ed impegnativa. Come molti hanno spesso ricordato, anche individuando chi, all’interno della stessa professione, ha attività di maggior disagio e impegno, vuoi per modalità di turnazione ed orari H24, per carichi di lavoro, per responsabilità. Buona continuazione.

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OPI – Ordine Professioni Infermieristiche La Spezia

Ente di diritto pubblico non economico, organo sussidiario dello Stato (L. 3/2018)

Aperto al pubblico:

PRIMO Mercoledì del mese, ore 08.30-12.30
TUTTI i Giovedì del mese, ore 15.00-18.00

CHIUSO se questi giorni sono prefestivi e festivi
CHIUSO nei giorni della fiera di S.Giuseppe a Marzo
CHIUSO dal 1 al 20 Agosto (chiusura sospesa nel 2024)

Possibilità di concordare incontri in altri giorni, solo tramite richiesta all’Indirizzo Email: segreteria@opi.laspezia.it


Recapiti:

Telefono: 0187 575177
Solo VERE URGENZE: 3516613426 (dal Lunedì al Venerdì, ore 10.00-13.00)

Indirizzo Email: segreteria@opi.laspezia.it
Indirizzo Email PEC: laspezia@cert.ordine-opi.it

ATTENZIONE, NON INVIARE “PEC” ALL’ INDIRIZZO DI POSTA ”NORMALE”: NON E’ POSSIBILE LEGGERLE CORRETTAMENTE E NON HANNO VALORE LEGALE. SE SI VUOLE INVIARE UNA “PEC”, SI DEVE SCRIVERE ALL’INDIRIZZO DI “PEC”: GRAZIE!

Per informazioni su quote d’iscrizione pagate o da pagare, scrivere all’Indirizzo Email: tesoreria@opi.laspezia.it

Indirizzo Uffici: Via P.E. Taviani 52, traversa di Via Fontevivo (La Spezia)

PER INVIARE RACCOMANDATE/PACCHI/POSTA TRACCIATA, scrivere al seguente indirizzo: “Per OPI LA SPEZIA, presso AUTUM Srl, Via Carpenino 43 – 19121 La Spezia”


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