IL MINISTRO SCHILLACI HA AFFERMATO in TV (trasmissione ”Cinque minuti”, dopo il TG1 del 3 Giugno 2024) che fra le strategie che questo Governo, ed il suo Ministero, stanno adoperando per il contrasto alle lunghe liste di attesa della Sanità Pubblica vi è anche una attenta analisi e un intervento sulla attività ”intramoenia”.

La intramoenia è una opportunità che esiste sin dalla fine del XX secolo, come sanno bene gli addetti ai lavori (ma anche molti cittadini), e che consiste nel pagare la prestazione che il professionista sanitario (di norma un medico) effettua nelle stesse, identiche strutture del SSN dove lavora, utilizzando quelle stesse apparecchiature e dotazioni riservate al Pubblico (sale operatorie, strumenti diagnostici, materiale vario; le stesse pulizie).

Naturalmente, della cifra richiesta al cittadino una quota parte resta alla struttura pubblica che , appunto, ha messo a disposizione materiale e ambienti.

Ne abbiamo parlato più volte negli ultimi tempi, perchè spesso si sente dire, in questi mesi, che ”…se continua così, la Sanità diventa privata”, e certamente ogni punto di vista è rispettabile, ma è già da quasi trenta anni, con la legge 662 del 1996 (Ministro Rosy Bindi, Governo Prodi I) che la stessa offerta di Salute pubblica viaggia a due velocità, e non è mai stata modificata da nessun successivo Governo.

Ma facciamo chiarezza: nessuna meraviglia che possa esistere una scelta fra Pubblico e Privato, e nessuna meraviglia che intorno alla Salute si possa costruire una offerta a pagamento, ed un business dedicato. Il problema, ed è ovvio, è semmai la considerazione verso chi non può permettersi questa scelta, e quindi deve attendere la opportunità offerta dal sistema Pubblico. Bene, è qui che ci ha molto colpito quanto ha affermato il dottor Schillaci, Ministro della Salute del Governo Meloni, quando in risposta alle domande del conduttore Bruno Vespa ha spiegato di aver avuto dai suoi tecnici la comunicazione che, in alcune ASL italiane (non sono state indicate quali) si effettuano nove prestazioni ”pubbliche” contro NOVANTA prestazioni in intramoenia.

Questo dato è piuttosto impressionante, ed è sconvolgente che sia ”permesso dal sistema” e soprattutto che non sia emerso alle azioni di controllo (ma sono state fatte?) dei vari livelli di verifica, e di chi ha il mandato di governo politico e tecnico gestionale di quelle Aziende Sanitarie; degli uffici regionali preposti alla verifica dei sistemi di gestione delle liste d’attesa, dei flussi di attività, e dalle attività dei funzionari, addetti e responsabili per questi aspetti.

Oggi , la evidenza non è tanto che il ”sistema sanitario possa diventare privato”, semmai la domanda è come possiamo interrompere una spirale di impoverimento del Pubblico che, in certi momenti, appare decisamente senza fine, in una sovrapposizione di comportamenti e scelte distanti anni luce dal mandato dell’art 32 della Costituzione, che recita ancora oggi, a quanto pare, così:

La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti.”

Certo, l’articolo della Costituzione non indica i tempi di attesa, è vero…

Concludendo, se un apparecchio che potenzialmente potrebbe funzionare dalle ore 8 alle ore 20 per effettuare delle radiografie, o delle altre indagini diagnostiche, lavora solamente dalle 8 alle 12 e poi riprende l’attività, ma in modalità ”intramoenia”, non vediamo il perchè di questa meraviglia intorno all’allungamento delle liste d’attesa: semmai la meraviglia, e anche un certo…disappunto, è sui controllori che non hanno esercitato la loro funzione, e la speranza è che queste situazioni non si ripetano più.